© elaborazione 2011     RADIOAMATORE        L'inizio Come ho scritto nella storia di Pier, la passione per tutto ciò che ruota intorno all'elettricità  l'ho ereditata da mio nonno Vincenzo. Quando ero ragazzino , mio nonno aveva una radio, cosa non comune nelle case elbane , era un Watt radio, lo ricordo bene per averci "trafficato" molto, poi sostituito da uno Zenit . Aveva le onde corte ed una buona antenna o come si chiamava allora, un buon aereo; la cosa mi incuriosiva molto e spesso mi divertivo a captare stazioni lontane. A quei tempi i giornali di elettronica che si trovavano erano Sistema A  , un giornale più di Bricolage che di elettronica vera e propria  e Sistema Pratico che era di poco  più specifico. In particolare mi incuriosivano le trasmissioni: come faceva la voce introdotta in un microfono, fra l'altro ne avevo uno, lo avevo aperto,  dentro c'era solo un po di filo avvolto e una manciata di carbone in granuli ed una membrana che faceva da coperchio,ma  che in realtà era quella che produceva la vibrazione, ad essere ricevuta a distanza. Il primo modo di parlare con qualcuno era quello di usare  (forse i più giovani non lo sanno) due barattolini di latta, presi dalla spazzatura di casa , residuo di qualche salsa o marmellata  e fatto un foro nella base si congiungevano con uno spago.Per rendere più  affascinante la cosa , bisognava  non vedersi, così  l'immaginazione ti faceva pensare di paralare con chissa chi!! Che fantasie! Per  coloro che non avessero mai provato , beh!  fatelo, magari usando i bicchieri di carta, viene benissimo, poi, una volta alla bocca e una volta all'orecchio, col sistema di   "Passo "  il divertimento per qualche minuto è assicurato. Fra le cose di mio nonno trovai un ex telefono da campo tedesco, (se ne trovano tuttora al "Surplus") ed altri pezzi tolti da un centralino dismesso, di quelli con chiamata a manovella . Mi feci una  scatola di legno e, racchiuso il tutto ed assemblato elettricamente ed alimentato con una pila piatta da 4,5 volts il telefono eccolo funzionante . A quell'epoca avevo un amico, Carlo (che lo ritroviamo anche nella storia di Pier e con cui ho fatto anche i due Rally Elba.) con lui  facevamo qualche cosa di modellismo,  sarebbe stato bello tenersi in contatto in qualche maniera , intanto cominciammo a provare i due telefoni stendendo un pò di filo ed andando in stanze chiuse, oh!!!!!! ora si che c'era una bella differenza dai barattoli , qui potevi parlare ed ascoltare in contemporanea ed una voce vera, ma certo rimaneva sempre nell'ambito della casa .....Ummmmh!  non era proprio quello che volevo. Carlo abitava 3 isolati più in là di casa mia , come fare?  Bisognava stendere due fili,  passare sui tetti di case non nostre e poi chi ci dava tanto filo? Da una prova risultò che potevamo adoperare un solo filo e per l'altro usare la  rete idrica  od ancora il neutro della corrente, cosa più pericolosa perchè bisognava  stare attenti  a non  prendere la fase dove  la 220 ti avrebbe mandato tutto arrosto . Un bel giorno trovai un rocchetto di legno con un filo di rame rivestito, quello usato per  avolgimenti di motori elettrici, certo era molto fine, ma si poteva tentare, restava il problema  come  passare sui tetti  e  cosa avrebbero detto i proprietari quando lo trovavano, vedere dove finiva di qua e di là non era certo cose da farci gli studi e poi cosa avrebbero detto i nostri genitori se questi  avessero  fatto delle rimostranze? Ma si sa come sono i ragazzi ed un bel giorno con dei sotterfugi , qui fu Carlo a fare la parte maggiore , il filo era teso, ma non troppo per il rischio di rompersi.Bene devo dire che resiste per diverso tempo anche a forti venti ed intemperie, poi un bel giorno non c'era più, così finirono i nostri incontri telefonici e per parlarci usavamo il sistema di tutti......ci incontravamo !. Se questo mi aveva soddisfatto per un pò , rimaneva sempre il fatto di essere legati ad un filo, io volevo parlare  "all'aria" o, come si dice in gergo, nell'etere. Avevo sentito parlare di Radioamatori, ma non sapevo nè chi fossero nè che cosa facessero nè tantomeno che cosa si dicessero e, peggio ancora, non sapevo come contattarne uno per dare una risposta alle mie domande,fino a quando un articolo su un giornale mi risolse il problema.   Vita da Radiomatore Spesso i non addetti ai lavori mi chiedono cosa faccia un Radioamatore , oltre a parlare. Beh! innanzitutto il radioamatore è  uno sperimentatore, per prendere la licenza  dovetti studiare elementi di elettrotecnica e di radiotecnica  e imparare a trasmettere e ricevere in codice morse , poi  andare a Firenze a passare un esame ministeriale alla presenza di ufficiali postali e dell'esercito. Sostenuto l'esame  con esito positivo, mi dette diritto ad una licenza per poter operare in  una stazione radio,  servì  anche fare una domanda per ottenere un nominativo per detenere  una stazione radio, Accolta la mia richiesta  ebbi come nominativo le mie iniziali esattamente ora sono IA5PLB  dove la I sta per italia la A per arcipelago ed il 5 primo numero del codice postale toscano , le sigle  PLB sono appunto Pier Luigi Bartolini. Cosa ho fatto con questa radio? La  famiglia  non mi ha lasciato in gioventù grandi spazi , anche se mia moglie dice che ero sempre alla radio,  comunque dopo quella radio ne sono venute due, poi tre, poi quattro, poi i portatili, e poi e poi.......  I primi anni avevo anche una telescrivente  mod T1 a "zona"  dismessa dalle poste, la "zona" era quel nastro di carta che appiccicavano sui telegrammi.  Era un vero disastro, faceva un rumore tremendo, usarla insieme alla  radio era una vera impresa, così la vendetti per disperazione, ad un radioamatore toscano, anche perchè lui poteva meglio reperire le parti usurate. Oggi la telescrivente, si fa col computer. Nella foto oltre la tele T1 si vede: il suo demodulatore,  L'HRO riverniciato di grigio e con i cassetti verdi,il G210  autocostruito con frontale simile al sommerkamp, e il RX sommerkamp fr200b, sopra il G223, di fianco si intravede il lineare Heatkit Warrior che ho ancora funzionante.     Contest   Quello che mi dava più piacere era fare i " contest " sia da casa che dai monti, sicuramente quelli erano i più belli: godevi di divertimento, assieme ad aria pura e panorami splendidi.A volte capitavano inconvenienti, così dovevi far fronte in fretta, quindi non sempre era divertenente ma.... insomma  era bello lostesso, Il primo contest a cui partecipai in qualità di aiuto fu un contest organizzato da Mimmo,  quello fra radioamatori conosciuto come WWW ovvero pronunciato all'italiana  " tre uischi" , lo facemmo dal Monte Capanne utilizzando un nominativo che non ricordo di chi fosse quasi sicuramente era di qualcuno di Piombino dove abitava Mimmo in quel tempo, inoltre c'era  Ovidio (SCL) venuto da S.Remo  e Renzo di Piombino (allora RNF) e un'altro Radioamatore che si vede in foto, ma non so chi fosse.  Fu una notte da far paura, un violento temporale con vento e pioggia che spazzava tutto . Io  Mimmo ed un altro eravamo  dentro l'unica costruzione in muratura che c'era sul Capanne e guardava Pomonte, dove erano alloggiati gli unici ponti radio,(oggi c'è un'intera giungla di ponti) di quella muratura  ci sono ancora i resti . L'antenna una 11 elementi, non riusciva a stare  attaccata alla balaustra, così Mimmo, trovato un pezzo di piattina TV,  improvvisò un dipolo che attaccato ad un manico di scopa funzionò egregiamente per tutta la notte. Io feci il turno fino alle 2, poi mi misi dietro un pannello di apparati che stava scosto dalla parete quel tanto che mi permetteva di starci girato su una spalla, e mi addormentai o meglio me ne stetti in dormiveglia con rumori di tuoni e vociferare di Mimmo che gridava nel microfono per farsi sentire in mezzo a quel "bailamme" di tuoni e scariche elettriche che arrivavano sul pannello apparati. . Renzo e Ovidio erano in tenda ,che dovevano reggere perchè la bufera non se la portasse via , i picchetti non si riuscirono a piantare perchè c'era tutta roccia viva , la tenda era sta legata alla meno peggio e venne sfruttata solo la copertura esterna. (vedi a lato) Così fra un guaio e l'altro arrivammo alla mattina intanto  tutto si era calmato , ma che avventura...!! Ah! dimenticavo: un contest dura solitamente 24 ore e si svolge fra il sabato e la domenica, quindi noi, salimmo  in vetta con la cabinovia portando  un sacco di materiali alle ore 10 di sabato, e scendemmo appena  in tempo per prendere l'ultima corsa della cabinovia... la domenica . Però che divertimento....!!..  che giornata diversa dalle solite!!.... anche troppo. Il secondo contest fu sempre con Mimmo,  da una casa di campagna , posta su una collinetta con la vista di Portoferraio, questa volta usammo il mio nominativo In  quell'occasione , prima volta nella storia,grazie a Mimmo, tipo molto intraprendente , riuscimmo ad avere un prefisso diverso da quelli assegnati obbligatoriamente dal ministero PPTT   così uscimmo in aria come I2PLB  (a quell'epoca eravamo tutti I1....plb )  fra lo stupore dei più che ci chievano come avessimo fatto. Non facemmo un numero esagerato  di collegamenti ,ma data la poca potenza che avevamo, fummo molto contenti. Nell'arco degli anni vari sono stati i trasferimenti fuori di casa . Il Furgone Ricordo un anno avevo un furgone Alfa Romeo, dentro ci avevo fatto un lettino per le ore di sosta , un fornellino per fare un pò di caffè e poi un piano per mettere  le  radio. Era di Gennaio , Quella volta il contest era di notte , avevo  mia moglie a farmi compagnia , ad una certa ora ci prese il freddo, non avevo pensato ad una stufa pensai  di accendere il  fornellino, sul fuoco, per  non lasciare la fiamma libera mettemmo un pentolino con l'acqua, beh! non ci crederete , ma di li a poco, al soffitto, che non era coibentato, per differenza di temperatura, cominciò ad accumularsi  condensa che poi ricadeva giù sotto forma di gocce, insomma ci mancavano i fulmini e poi eravamo al completo, che  risate ci prese!! Mimmo a sx , l’altro non ricordo chi fosse La tenda di Renzo e Ovidio Trasmissioni  all'aperto Nel  1987  anche mio figlio Riccardo dopo un periodo di partecipazione con me a  queste avventure , arrivato a 18 anni potè prendere la licenza, e gli fu assegnato il nominativo  IA5KBA.Col suo nominativo ha fatto collegamenti solo in telegrafia ovvero usando il codice morse.A  volte si incontrava con un paio di colleghi e facevano prove di velocità, a vedere  chi si arrendeva  prima "Diceva" più parole lui col tasto che io con la bocca, la sera arrivava a casa verso le 18:40 dal lavoro e si metteva a trasmettere , la sigla dell'Elba era molto ricercata, poichè fra noi elbani lui era il solo a trasmettere in morse, quando arrivavo io a casa alle 19:30 lui aveva quasi sempre collezionato più di 100 collegamenti .!! Con Rik abbiamo fatto diversi "fuori sede "  riparandoci dalla tendina canadese al camper americano , qui a lato una foto dell'attrezzatura  durante un contest da Monte Capannello ( nei pressi del  Castello del Volterraio ) nello spazio ottenuto dall'istallazione delle antenne RAI. Il camper americano aveva un generatore veramente generoso,ci dava 4,5Kw/h che ci permetteva di mandare avanti un lineare (trasmettitore di potenza)fino a 700 W. Anche in questa circostanza si operava per 24 ore e tante ne stava in moto, generalmente ci fermavamo  fra le 2 e le 5 di notte e poi, via di nuovo, la lancetta della benzina del serbatoio da 120 lt scendeva in maniera paurosa . Per un contest che ci interessava particolarmente , andammo sul Monte Perone col camper americano e tirammo su un castello di 4 antenne autocostruite, le stesse che vedete montate in maniera provvisoria sul tetto di casa  mia, quella fu l'unica volta, poi ne usammo sempre e solo 2 accoppiate. Il sistema funzionava con due alberi di barca a vela con le feritoie di guida vela messe verso l'esterno  e poi tanti traversini per unrli a formare una specie di scala,  un terzo albero faceva da gamba per tenerla in piedi assieme a  qualche corda la cosa era rapida da montare , per issare le antenne c'era una specie di ascensore che scorreva nelle guide e con un verricello venivano alzate di circa 5 metri, che sommati ad un altro paio di metri del palo centrale, arrivava a 7 metri,  permettendoci  di sorpassare gli alberi , ora sono cresciuti e ci vorrebbe ben altro, anzi siccome sono dei pini , con la chioma folta ma niente sotto,  sarebbe più saggio stare bassi. Peccato che il parco e le sue leggi abbiano bloccato tutto, così non abbiamo più problemi, non ci si va e basta.      Grazie parco...... almeno fosse tenuto pulito                                                                                                                                                                    Nel frattempo  arrivarono  le trasmissioni digitali ,al posto della vecchia T1 delle poste    (la trebbiatrice) si poteva usare il computer, ci eravamo atrezzati con un Apple II   , usando le uscite audio ci demmo a fare vari collegamenti,usammo anche un commodore 64 (vedi foto) un anno facemmo anche il secondo  miglior piazzamento mondiale nel contest BARTG,  un contest inglese. Rik ha avuto anche varie coppe e diplomi , sempre per collegamenti fatti con la telegrafia. Il più prestigioso diploma per radioamatori è il DXCC ovvero 100 nazioni collegate , sembrano poche ma provate a elencarle, le conoscete 100 nazioni? Prima si facevano  in una vita di radioamatore medio,(oggi con la tecnica le cose sono cambiate) , beh! in quell'anno  1987  c'era il golden giubilee  cioè 50 anni da quando era stato istituito ,  davano un diploma  particolare se si  riusciva a collegare 100 nazioni in un anno ...... il resto lo immaginate, qui a fianco la riprova di quanto detto. Oggi il computer aiuta molto il radioamatore , anzi anche troppo per  chi cerca una stazione ritenuta rara, si perchè con la radio la difficoltà non consiste nel collegare un posto tanto lontano, a volte mi domandano fin dove sono arrivato, ma non c'è limite per collegamenti fra "terrestri" , la difficoltà o la stazione rara sta proprio in quante persone trasmettono o se trasmettono da una certa nazione. Oggi il sistema radioamatoriale di ricerca ti porta tramite un apposito programma ed uno "SPOT" che altri mettono in onda per te ( perchè loro quella stazione l'hanno appena collegata) , e  interfacciato ad un ricevitore di ultima generazione, direttamente sulla frequenza giusta , tu devi solo chiamare , anche se non senti nulla , come qualcuno ha scritto, sentirai una voce del Manager della stazione rara che ti dirà Ok Ok QSO QSO che vuol dire collegamento avvenuto," mandami cartolina di conferma" ( QSL ) con 2 dollari e tutto è Ok, si perchè purtroppo avviene anche questo, ma mi chiedo dove stia il divertimento, nell'inganno? puo' essere un divertimento anche quello. Secondo me è come andare al mercato con una cannella da pesca e amo innescato, qualcuno compra il pesce per te con i soldi che gli hai dato e te lo attacca all'amo , ohhhh!....che soddisfazione         Meditate gente .... meditate. Ma fra i radioamatori  o come ci chiamiamo OM  sigla usata nel codice morse per abbreviare(dall'inglese Old Man)   c'è anche genta che l'elettronica la mangia al posto del pane , gente preparata davvero nel campo elettronica ,   buona  parte di questi  lo fa di mestiere , con attrezzature adeguate , loro al giorno d'oggi sono i  veri sperimentatori e grazie a loro il campo radio avanza con sempre nuove tecnologie.  A loro dico grazie. Non ho fatto molte costruzioni radio, modifiche si, diverse , perchè per costruire  servono attrezzature e materiali che all'Elba non trovi. L'unico vero apparato costruito da me  è stato il primo trasmettitore, comprato gia autocostruito da un OM romano, ma avendo  diversi problemi, preferii smontarlo completamente e completamente rifarlo sullo schema di quello  che allora andava di moda il Geloso G210, con quello ho avuto le mie prime soddisfazioni perchè era qualcosa creato con le mie  mani. Quella voglia di soffiare nel microfono e di andare nell'etere finalmente era stata soddisfatta , ora andavo un pò più in la della porta di casa mia. Oggi la tecnica è talmente avanzata che l' OM comune spende  meno a comprare apparati gia fatti, magari acquistando  buon usato . Negli anni ho invece fatto varie sperimentazioni di antenne, alcune con successo, altre meno,quelle 4 accoppiate sul tetto di casa sono da me costruite, ora compro gia fatte anche le antenne. Oggi la mia stazione benchè  poco usata, sia da me che da mio figlio ( sposato da 12 anni vive per conto proprio) è  sempre funzionante ed ogni tanto accendo  tutti gli apparecchi, gli dò "vita",  giusto  per farli sentire utili,... non si sa mai,  avessero a sentirsi abbandonati  e.... se ne..... andassero. E... alla sera un tramonto spettacolare anche questo era il piacere della radio La nostra attrezzatura: Un camper americano da 7metri 6650cc a benzina con un generatore da 4,5Kw, + altro generatore esterno un pò più distante da 3,5Kw e poi  moto e auto eventualmente per spostarsi per qualche necessità improvvisa. Traliccio con ascensore per antene interamente autocostruito  con alberi di barca a vela in alluminio La coppia di Quagi 15 elementi autocostruite, sullo sfondo del cielo. ORTANO Una volta "attivammo" ovvero,andammo a tramettere, primi nella storia, da Ortano , posto ambito per radioamatori a caccia di isole , facemmo tanti collegamenti che per  confermarli   tutti,  sommammo circa 12 kg di cartoline   (vedi la foto scherzosa con Rik a mò di vecchia foto appoggiato alla colonna) APPLE Commodore   più sopra 4 antenne Quagi 11 el. radioamatoriale Sotto alcuni momenti di vita radioamatoriale Io nel Camper a M. Perone Rik nel Camper a M. Perone io a Monte Orello io a Monte Capanne Contest a M. Perone La mia stazione attuale      Casa mia con  antenna abbassata una bella  avventura  LINK amatoriali ia5TMF  Teo QRZ QSL APRS ir5q ARI